Giovedì 16 maggio si conclude la fase di tolleranza nell’applicazione delle sanzioni. E’ l’ultima chiamata per mettersi in regola
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23 Mag
Il tempo utile per mettersi in regola con gli adempimenti obbligatori introdotti dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR) sta per scadere. Terminerà giovedì prossimo, 16 maggio 2019, la fase transitoria di “tolleranza” (vera o presunta) nell’applicazione rigorosa delle sanzioni amministrative a carico degli inadempienti (così come prevista all’art. 22, punto 13, d.lgs. 101/2018).
Come è noto, in base al principio di responsabile rendicontazione (c.d. accountability) contenuto nel GDPR, la protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali costituisce un preciso obbligo per associazioni, imprese e professionisti nell’ambito delle relazioni con clienti, fornitori, dipendenti e collaboratori. Chiunque si trovi a trattare dati, ma anche immagini di terzi, deve rispettare le nuove regole impartite dal Legislatore europeo, adottando in particolare specifiche misure tecniche e organizzative.
Nell’ultimo anno, il team di Data Law Management, composto dai nostri professionisti Avv. Sinigaglia, Avv. Pavanello, Avv. Germani su Padova e Avv. Pellegrino su Roma, ha lavorato intensamente per fornire soluzioni personalizzate ad aziende e a studi professionali sulla base di un’analisi puntuale dei flussi di dati all’interno delle varie Organizzazioni, delle tipologie di dati trattati e dei rischi da valutare, con particolare attenzione alla sicurezza informatica.
Invitiamo imprese e professionisti a verificare con attenzione il percorso di adeguamento sinora intrapreso e la sua conformità ai principi e agli obblighi introdotti dal GDPR.
Terminata dunque la “fase di tolleranza”, durante la quale il Garante ha tenuto nella dovuta considerazione le difficoltà nell’adeguamento alle norme europee, potranno essere inflitte a titolari e responsabili le sanzioni fissate per la violazione degli obblighi regolamentari. E’ bene ricordare che le sanzioni amministrative possono arrivare fino a 20 milioni di euro o, per le imprese, al 4 per cento del fatturato mondiale totale annuo dell’esercizio precedente. Ma i rischi non sono solo questi: infatti, un trattamento illecito o una violazione dei dati può essere fonte di responsabilità civile e dare luogo a richieste risarcitorie, anche di notevole entità, da parte degli interessati. Insomma, è meglio non rischiare.